ELVIS PRESLEY - THE KING OF ROCK 'N' ROLL 


Estate 1954: Elvis Presley entra in uno studio di registrazione di Memphis Tennessee. È l'inizio della leggenda.

Quel timido ragazzo bianco che canta come un nero è l'incarnazione vocale di una nuova musica, che nasce dal ritmo dei neri e dal folclore dei bianchi: il Rock. Espressione di indipendenza e di libertà, il Rock incendia i giovani di tutto il mondo. Questa musica diventa cultura, partecipa alle oscillazioni della vita sociale, delle ideologie e delle mode.

"Datemi un bianco che canti come un nero, e io ci faccio su un milione di dollari", dice Sam Philips nel 1954. Elvis Presley coglie la palla al balzo. L’immagine del ribelle gli va a pennello: aria da camionista, capelli un po’ lunghi, camicia aperta sul petto, sorrisetto canagliesco. La scorza sembra dura, ma in fondo è tenero. Vuol bene ai genitori, soprattutto alla mamma e frequenta più la chiesa che il Bar.

Agli occhi di un sudista come si deve, il suo unico difetto potrebbe essere il culto della musica nera.
   


Elvis Aron Presley, nato nello stato del Mississippi nel 1935, si è infatti familiarizzato con i grandi nomi del blues: B.B. King, Howlin’ Wolf, Arthur Crudup… Pian piano si è messo a cantare come loro, imitandone le inflessioni, l’accento, lo stile grutturale.

Ci sono e sempre ci saranno due Elvis: da una parte il "cocco di mamma" timido, gentile, buon cristiano e appassionato di gospel; dall’altra il rocker dalla mimica sensuale, pronto ad ogni eccesso. Insomma, il ritratto ideale del profondo sud, dilaniato tra sentimento religioso e pulsioni violente, ansia del divino e smania di godimento.

Nell’estate 1954, l’Elvis prima maniera è venuto a registrare una canzone per la mamma. L’Elvis seconda maniera si lascia andare, durante le pause, a strillare un Rock ‘n’ Roll familiare. E quest’ultimo, ovviamente, a far colpo su Sam Philips, titolare dell’etichetta Sun. Philips ha intuito al volo la nuova tendenza: i giovani bianchi comprano sempre più dischi di Blues e di rhythm ‘n’ blues. In Elvis crede di aver trovato l’araba fenice, cioè un bianco che canta come un nero e gli fa subito incidere un popolare tema di Arthur "Big Boy" Crudup, That’s All Right.
   


L’autore, nero, non si arricchirà mai con i diritti del suo pezzo. Elvis è sostenuto dai musicisti dello studio, Scotty Moore (chitarra) e Bill Black (basso): bravi ragazzi del Tennessee, più che altro abituati a suonare il country, ma attratti anche da linguaggi più coloriti come il rhythm ‘n’ blues. Questo modo di rinvigorire il vecchio country viene chiamato "rockabilly". Le prime e le migliori registrazioni di Elvis sono un astuto cocktail di musica "black" e di serenata "cow-boy".

America, anno 1952: una calda sera d’estate dopo cena, una fioca lampadina accesa per fare luce ad una madre che stira il bucato, poco più in là il figlio sedicenne in cannottiera seduto su una sedia vicino la finestra aperta suonando piccole note con una chitarra regalatagli anni prima, ed ora era diventata tutta la sua vita. Solo l’anno più tardi, questo ragazzo, avrebbe pagato 4 dollari per incidere due canzoni su un disco acetato da regalare alla mamma per il suo compleanno.

Era trascorso già un anno da questo evento, quando questo ragazzo di nome ELVIS, appena diciottenne si guadagnava da vivere facendo il camionista per 35 dollari alla settimana. Nel mese di giugno del 1954, venne chiamato dalla SUN ad aprire una porta nella cultura popolare Americana, stava così per nascere una nuova era di delirio collettivo nel mondo giovalile: LA ROCK-ERA.
   


Se il 1956 fu per Elvis l’anno rivelazione, il 1958 sarà l’anno del militare. A gennaio era stato sottoposto a visita medica a Memphis e giudicato abile, a dicembre ricevette la cartolina di richiamo alle armi. Non sono per niente preoccupato, rispondeva Elvis, se dovrò partire.

Avrei Già da tempo indossato l’uniforme se mia madre non avesse preferito che attendessi il richiamo, sapete come sono la mamme, non vogliono che i loro ragazzi se ne vadano da casa, ed io ho voglia di fare questa esperienza. Il Rock 'n' Roll esisteva da tempo. Prima di chiamava Rhythm'n 'n' Blues. Era già formidabile. Ed è diventato ancora più enorme.

Allora si sono messi a dire che ha una cattiva influenza sui giovani. Per me il Rock è musica, e basta. E sono sicuro che durerà un bel pezzo. Altrimenti per sostituirlo ci vorrà qualcosa di eccezionale. Davvero. Elvis Presley, 1955
   


Era molto risaputo l’attaccamento viscerale di Elvis per la madre che morirà proprio l’anno seguente, segnando nel ragazzo Elvis ferite dolorose, destinate ad acutizzarsi negli anni. Perché era così, un bravo ragazzo del Sud che diceva "Si Signore" ad ogni domanda gli venisse rivolta, che preferiva la cucina casalinga al ristorante, la voracità per le braciole di maiale e la golosità per le torte di mele, che amava la patria più dei suoi concittadini adulti, che proprio loro, spesso lo accusavano di essere il simbolo di un America giovane e ribelle fatta di Teddy-boys e giubbotti di pelle. Il cardinale STRICH tuonava contro il rock ‘n’ roll, musica indecente e permissiva.

Dicono che, con la mia musica contribuisco alla delinquenza giovanile, rispondeva Elvis, credo che il rock sia un’altra cosa, non ha niente a che vedere. Elvis ebbe la grande affermazione nel cinema con il terzo film girato "JAILHOUSE ROCK" erano molti a credere che con l’attore Elvis stesse rinascendo un secondo James Dean.Non voglio imitare nessuno, rispose Elvis, io sto solo cercando di essere me stesso con il mio nome e con un mio stile personale. Anche questi sono piccoli scorci di viata Americana, anni cinquanta, anni fatti di pop-corn, Juke-box, "Ed Sullivan Show", Coca-Cola, Flippers e Cadillacs. Era già nata la ROCK-ERA. "La Rock-Era"     di Franco Meini
   


Elvis in concerto di Francesco Pocci  - Cleveland U.S.A.

Ho visto 3 concerti di Elvis, quando lui e' stato qui a Cleveland. Quello che mi rimane piu' presente fu il primo che vidi nel 1972. Andai a vederlo insieme alla mia moglie (eravamo fidanzati allora). Vedemmo lo spettacolo al Cleveland Public Auditorium, un posto ormai un po' vecchio ma nonostante questo, poteva contenere 12000 spettatori e certamente tuitti i posti erano stati venduti mesi prima.

Arrivammo presto insieme al resto della folla con un certo ansimo dentro di noi sapendo che fra poco avremmo visto il "re", una vera leggenda viva. Dopo essere entrato dentro, una cosa che notai era il fatto che c'erano tanti poliziotti che erano situati davanti al palcoscenico il quale era circa un metro e mezzo sopra al livello del pavimento. Noi eravamo seduti in alto al lato destro del palco e si vedeva tutto abbastanza bene.

Finalmente le luci si abbassarono fino a far diventare tutto buio eccetto il faro che poi illuminò il centro del palco. Poi inizio' la musica. Non so' se lo sapete ma i concerti di Elvis cominciavano sempre con la musica del film "2001 a space odissey" dopo pochi minuti apparì Elvis, aveva il suo "jumpsuit" bianco tutto ricoperto con gioielli semipreziosi. 

La cosa che mi ricordo molto vivamente e' il fatto che l'interno era buio, ma le tante foto scattate davano l'impressione che era come se le luci fossero state accese per i primi 10 minuti e piu', la gente urlava come impazzita, le donne provavano ad avvicinasi al palcoscenico ma erano trattenute da un grande numero di poliziotti. Una cosa incredibile, ed io potevo vedere tutto questo spettacolo benissimo perche' ero da parte in alto e vicino al palcoscenico. Passarono circa 10 minuti prima che Elvis cominciò cantare ... la prima canzone mi sembra (non sono sicuro) era "That's all right" e poi continuo' e canto' probabilmente 30 canzoni fra tutto.
   


Elvis era molto attaccato ai suoi fans, sempre riconoscendo la loro importanza, durante il concerto dava via sciarpe di seta ed altre cose e si inginocchiava a baciare le donne che i polizziotti lasciavano avvicinare al palco quando Elvis accennava che andava bene.

Mentre cantava la sua canzone "One night with you" una donna comincio' a correre nell' isoletta del centro e quando arrivo' vicina al blocco dei poliziotti si butto' in volo verso il palco , fortunatamente i poliziotti la presero prima che cadesse in terra, poi quando stava per essere portata fuori, Elvis la fece salire davanti al palco si inginocchio' e le dette un bacio, e poi disse di lasciarla ritornare al suo posto.

Sono stato a tanti concerti di rock and roll (includendo i Beatles e Paul McCartney, Bob Seger, The Guess Who, Yes, CCR, The Beach Boys, Billy Joel. ed altri) ma non c'e mai stato confronto ad Elvis, lui era veramente il re'. Bastava il movimento dei suoi fianchi, o gli altri gesti che faceva, o la maniera in cui storgeva il suo labbro e la gente impazziva. Oltre a questo Elvis era veramente un cantante fenomenale perche' poteva cantare qualsiasi tipo di musica.

Mi ricordo che quando comparve all'inizio del concerto l'emozione era tale che tanto io che la mia moglie (e sospetto la maggioranza dei fans) avevamo la pelle d'oca.
   


Ma la pelle d'oca veniva anche quando cantava certe canzoni che suscitavano un emozione incredibile.

Stefano tu vuoi sapere che effetto mi ha fatto "My Way" , per me molte canzoni hanno un un effetto incredibile ma ci sono un paio che canto' a quel concerto ed anche agli altri 2 che ho vistoi; "It's now or never" questa e' la canzone che prende l'aria da "O sole mio" e due delle sue canzoni religiose "This time you gave me a mountain" e finalmente "His truth is marching on" .. questa lui generalmente la cantava alla fine dello spettacolo.

Queste mi rendevano veramente sbalordito come se tutte le mie emozioni fossero esaurite e rimanevo svuotato di tutti i miei sentimenti. Non mi ricordo tutti i particolari ma vi posso dire che era una cosa proprio incredibile.

Infatti era impossibile dormire dopo che si tornava a casa perche' naturalmente si ripensava il concerto nella sua bellezza . Lo sapete che Elvis e' popolare oggi giorno come era allora. La settimana non passa che uno dei suoi films non sono alla TV. Tutte le domeniche qui' una stazione molto popolare (FM 105.7 WMJI) dalle otto alle dieci passano solo canzoni di Elvis, la stessa stazione il resto della settimana (24 ore al giorno) passano canzoni dei 50, 60 e 70 rock and roll. E poi c'e' Graceland in Memphis, Tennessee. Graceland e' veramente un posto incredibile, e' come una favola, infatti essendo li' uno ha la sensazione che Elvis e' veramente sempre fra noi. .

Non posso tradurre in parole l'esperienza di aver partecipato ad un concerto di Elvis e' una cosa indescrivibile, ma vi posso dire questo: nell'attendere uno dei suoi concerti uno capisce perchè lui e' il "re" del rock and roll e non ci sono altri cantanti che si potrebbero aversi nemmeno avvicinati al suo trono. Vi riscrivero' presto.
 
 


I miei ricordi (di Franco Meini)  

Stefano, ricordi quando mi dicesti di aver approntato un sito sui mitologici personaggi di Happy Days, cioè quel Fonzie e la sua allegra comitiva ? ne è trascorso del tempo !! dicevi che lo facevi per puro divertimento solo per averli presenti nei tuoi ricordi dedicandogli questo sito. Tempo fa mi chiedesti di raccontare i “miei ricordi” di quest’epoca in movimento: gli anni 50 ed i primi anni 60. Le mie conoscenze erano limitate, ho avuto modo di approfondirle in seguito, e quelle che espongo nel sito riguardo agli artisti, sono cose risapute per chi come me ha seguito il rock ‘’n’ roll fin dagli inizi.

Le facezie di questi artisti, le leggevamo ovunque, su riviste musicali e non e destavano in noi un certo rumore per quell’epoca.Adesso mi chiedi il mio connubio con Elvis. La mia affezione ad Elvis prima maniera è sempre stata di “odio e amore”.“Odio” perché lui era un ragazzo che aveva tutto, le cadillac, l’agiatezza e la fama. Noi poveri ragazzi quattordicenni , ci sentivamo dei miserabili, avevamo poco, gli anni cinquanta erano magri e le poche lire non ci permettevano tanto.“Amore” per la sua bravura e perché era Americano, l’America faceva sognare un po’ tutti.Ho conosciuto Elvis al cinema del mio paese dove sono nato. I due cinema esistenti si contendevano i film appena uscivano, sapevano benissimo che con lui facevano ottimi incassi riempiendo il cinema di adolescenti.
   


Noi, del nostro gruppo, quando sapevamo che la domenica davano un film suo, ci incamminavamo a piedi subito dopo pranzo per arrivare puntuali alle ore 14,00 (orario di apertura). Dopo al ritorno verso casa canticchiavamo le sue canzoni ascoltate nel film. E se pioveva trovavamo all’uscita a riprenderci il padre fortunato di uno del gruppo. Ci aspettava davanti al cinema con una luccicante Fiat 600 color grigio topo. E così lasciavamo il calduccio del cinema per tornare alle nostre case fredde e buie.I genitori ci mettevano in mano 300 lire e dovevano bastare per il cinema e per qualche canzone al Juke-box al Bar dell’angolo.

Non ci lasciavano andare la sera, non era roba da quattordicenni. Alle 9,30 di sera, ripassate le lezioni, andavamo a letto, perché il lunedì si ripartiva con la scuola ed il lavoro.Torniamo, Stefano, ai giorni nostri. Tu sai, che la passione per Elvis, non si è mai interrotta per me, anzi è aumentata. Tempo fa, sfoggiando l’album “King Creole” ti dissi l’avevo acquistato in un mercatino a poche lire ed ero rimasto ansioso di ascoltarlo come se fosse uscito adesso, nell’anno 2000. Ma che mondo !!!! è proprio vero: il sangue non è acqua !!!Saluti e rock ‘n’ roll !!!