GENE VINCENT 


IL GATTO SELVAGGIO DI NORFOLK (di Franco Meini)

Eugene Vincent Craddock nasce in Virginia in una famiglia di commercianti. A 12 anni riceve in regalo la sua prima chitarra e la sua formazione musicale è fortemente influenzata dalla musica country e gospel. A 17 anni lascia la scuola e si arruola in marina e per qualche mese viene anche inviato in Corea. Al suo ritorno negli Stati Uniti (luglio 1955), resta gravemente ferito a una gamba in seguito a un grave incidente motociclistico, rischiando l'amputazione.

L'arto viene salvato ma residua una grave invalidità che gli procura difficoltà e dolori per tutta la vita. Costretto a lasciare la vita militare, Vincent comincia a suonare con un gruppo locale e nel 1956 compone Be-Bop-A-Lula, brano dal titolo-nonsense che rimane tra i capostipiti del genere rock and roll. Il brano viene ascoltato da Bill Lowery, esponente di una nota casa di edizioni musicali, che fa ottenere a Vincent un contratto con la Columbia Records.
   


I dirigenti della Columbia decidono di far esordire Vincent con un'altra composizione (Woman Love), ma Lowery si impone affinché Be-Bop-A-Lula venga stampato sulla facciata B del disco. Intanto Lowery si era affrettato a far stampare delle lacche con il solo lato B, che distribuisce a scopo promozionale alle varie stazioni radio, sicché quando il disco viene pubblicato, il successo di Be-Bop-A-Lula, già diffuso dalle radio locali, oscura completamente la facciata A. Da sottolineare il sapiente e per i tempi assolutamente innovativo uso del delay (eco ribattuto) nella registrazione della voce.

Dopo il primo disco (che arriva al numero 7 della classifica statunitense e vi staziona per 20 settimane), Gene Vincent & His Blue Caps, questo il nome del gruppo che lo accompagnava, non riescono più a ripeterne il successo (2 milioni di copie vendute) con i brani successivi. Alcuni di essi entrano ugualmente in classifica ma si collocano in posizioni significativamente inferiori: Race with the Devil (Posizione n° 96) e Bluejean Bop (n° 49).

Si sparge la voce di Vincent denunciato per oscenità a seguito di una esecuzione in pubblico di Woman Love definita contraria alla pubblica decenza, ma sembra che la notizia sia stata diffusa dal manager dell'artista al fine di creare pubblicità. La notizia in ogni caso risalta sui rotocalchi scandalistici e contribuisce a creare un'immagine di cantante maledetto e a fare in modo che molti cantanti melodici (Pat Boone, Andy Williams) rifiutino d'ora in poi di esibirsi assieme a lui.
   


Gene, tu ed io siamo uguali, però tu fosti il primo, questo non lo dimentico! Così diceva Jim Morrison agli inizi di carriera. Se Elvis piaceva alle ragazze, Gene era attornato dei Rokers.Anorfolk c’era un’importante base navale, e qui, in questa città nacque Eugene Vincent nel febbraio del 1935, ed a soli 17 anni si arruolò nella base per diventare motorista.

Durante molti viaggi per mare giunse a Napoli dove acquistò una chitarra! Una volta tornato in America, nel 1955 venne investito da un’auto, che gli macinò un gamba, durante i mesi di degenza in ospedale si dedicò a imparare suonare la chitarra. Una volta dimesso formò un gruppo: i .
   


Nascevano al momento giusto: la RCA trionfava con Elvis e Vincent riuscì a convincere la Capitol ad ascoltare "BE-BOP-A-LULA", una canzone fatta di singhiozzi e sospiri, tipici per Rock del Sud. Fu un successo. Anche John Lennon, molto tempo dopo la utilizzerà nel disco <> dedicato ai fans.

Ma, Gene Vincent, il successo l’ottenne principalmente nelle turnèe europee, turnèe fatti di isteria collettiva, con un Gene Vincent rinchiuso in un giubbotto di cuoio nero, una faccia sofferente e tumefatta, trascinando la gamba sinistra mai curata e mai guarita, ma soprattutto con addosso il nomignolo di sempre: il .

Morì di ulcera il 12 ottobre 1971 a Los Angeles. Fedele alle origini marinare Gene, aveva dato disposizioni precedentemente, che il suo corpo venisse gettato in mare, ma le leggi americane non lo consentirono a meno che non fosse cremato. Questò ripugnò a Vincent, e così non potè neppure soddisfare il suo ultimo desiderio.