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GLI ARTICOLI DI HAPPY DAYS ITALIA


Parliamo dei protagonisti Lo spunto che ha dato vita a questa serie è uno dei più semplici: si parla di 4 ragazzi, età intorno ai 17 anni, all’ultimo anno di scuola superiore. E’ un po’ l’uovo di Colombo: sono le storie di tutti i giorni, a volte divertenti, a volte tristi. L’ambientazione è quella degli anni ’50. Sono diventati un mito: il tempo ha cancellato quanto di poco gradevole c’era e resta solo il ricordo di qualcosa che non può più tornare. Sono anni che ricordiamo con piacere e tanta nostalgia. Erano tempi meno tristi di quelli di oggi, forse perché c’era la speranza che il futuro sarebbe stato migliore. I protagonisti di Happy Days sono Richie Cunningham e i suoi amici, Potsie Weber e Ralph Malph. I tre restano affascinati da Fonzie, un ragazzo turbolento che ha piantato la scuola e ha notevole influenza sulla loro esistenza. Fonzie è uno che conosce la vita e le ragazze, che rappresentano il centro dell’universo. Fonzie diventa così un faro per i ragazzi che vedono in lui un modello ideale, oltre a tutto possiede una moto, quindi molte ragazze gli ronzano attorno. Solo che, ad un certo punto , a Fonzie il "duro" accade l’imprevisto: si innamora veramente e questo fatto mette in crisi il gruppetto (Fonzie si sposa). Richie ha una famiglia molto unita. Questo microcosmo vive a Milwuakee, una cittadina al nord degli Stati Uniti, che rappresenta un po’ gli umori tipici della provincia americana, quella autentica.
Qualche anno fa è stato pubblicato un CD nel quale sono state raccolte le più belle canzoni tratte dai film di Ron Howard, quasi un omaggio alla splendida carriera che l’ex Richie Cunningham è riuscito a costruire negli anni. Il titolo è "Passions & Achievements", edito da Milan: ripercorre la carriera di Howard come regista attraverso le musiche dei suoi film, e contiene brani scritti dai maggiori compositori specializzati in colonne sonore per Hollywood: citiamo John Williams, Thomas Newman, Hans Zimmer, Burt Bacharach, James Horner e Randy Newman. La raccolta parte da "Attenti a quella pazza Rolls Royce" e arriva sino a "Ransom", passando attraverso "Cocoon", "Splash", "Cronisti d’assalto" e tutti gli altri. Anche per il recente "EdTv" la colonna sonora del film è stata molto curata, contava molto sul singolo di Bon Jovi dal titolo "Real life", trasmesso a tutto spiano su Mtv (in perfetta linea con il messaggio del film). Concludiamo con una piccola nota sulla soundtrack di "Ransom", uscita in concomitanza della distribuzione in videocassetta della pellicola diretta da Howard.
La colonna sonora rappresenta una vera e propria sperimentazione musicale: nasce dalla sovrapposizione di due differenti partiture, quella tradizionale (con esecuzione orchestrale) firmata da James Horner, e quella percorsa da un’inquietante miscela di ritmo ed elettronica scritta da Billy Corgan (leader e voce degli Smashing Pumpkins). Il mix risulta forse un po’ sbilanciato: le sezioni elettroniche (dure, ossessive e psichedeliche) prendono facilmente il sopravvento sui brani d’atmosfera di Horner, i quali rischiano di uscirne banalizzati.

Cronisti d’assalto (The paper, USA 1994) Il film racconta le convulse giornate di un giornalista che si suddivide letteralmente tra la vita professionale e quella privata. Il protagonista è Henry Hackett (interpretato da Michael Keaton), il caporedattore del New York Sun: sta attraversando un periodo difficile, sia perché è in trepidante attesa di diventare padre, sia perché sta valutando l’offerta per un posto in un giornale concorrente. A complicare la sua già travagliata esistenza, sopraggiunge un misterioso caso di duplice omicidio che potrebbe nascondere alcuni retroscena clamorosi.Nel breve spazio di tempo in cui il racconto si svolge, succedono cento cose, si sommano complicazioni, ma, alla fine tutto si risolve per il meglio. E’ naturale che quello che viene descritto nel film non può essere il ritmo reale della vita dei giornalisti, pochi potrebbero sopravvivere. Ron Howard dunque calca la mano nella sua rappresentazione, probabilmente nel tentativo di rendere più evidente il conflitto di stress e tensioni ai quali è sottoposto Henry. Lo sviluppo delle vicende è molto accattivante, grazie all’ottimo lavoro degli attori del cast: troviamo Glenn Close, Marisa Tomei e Robert Duvall, tutti molto bravi.Il film mostra l’impronta di Ron Howard in modo evidente. Per prima cosa al centro della sceneggiatura c’è una buona storia. E poi c’è la scelta dei tempi di narrazione: il ritmo delle vicende è serrato, ogni scena prepara gli sviluppi successivi, in un crescendo di attenzione e tensione che "esplodono" nella scena della sparatoria. Nella parte finale le cose si mettono a posto nel modo più naturale.La commedia si tinge di toni gialli ed è difficile trovare grandi difetti a questa pellicola. Nella globalità si può annotare una cosa: la parte introduttiva, nella quale vengono descritte le premesse per lo sviluppo delle vicende, risulta un po’ lunga e da l’impressione che non ci possano esser sviluppi, tanto il regista insite nella caratterizzazione dei personaggi. Ad ogni modo è curata nel minimo dettaglio, come un solo un artista sa fare.
 
 

La decima serie di Happy Days si apre con un finimondo di notizie per i fans. Sono ormai lontani i giorni in cui Richie, Potsie e Ralph si ritrovavano da Arnold’s….. Ora ognuno di lro ha preso la propria strada, e a milwaukee sono rimasti Roger, Howard e Marion Cunningham, Fonzie, Jenny Piccalo. Ma i produttori della serie ne sanno una più del diavolo e tirano fuori dal cilindro tante novità: ritorna Arnold (Pat Morita), Fonzie conosce Ashley Pfister (Linda Purl), e con lei la figlia Heather Pfister (Heather O’Rourke); ecco poi Bobby (Harris Kaal, e dulcis in fundo in casa Cunningham arriva la nipotina K.C. interpretata da Crystal Bernard. Vediamo alcune notizie su di lei. Crystal Bernard è nata il 30 Settembre a Garland nel Texas da Jerry Wayne e Gaylon Bernard. E’ la seconda di quattro sorelle, essendo le altre tre Robyn, Scarlet e Angelique. All’età di 3 anni incominciò a viaggiare con la famiglia in tutta l’America, esibendosi nelle chiese, nelle tende dei revivals e alle cerimonie gospel. Il "Bernard trio", così come erano conosciuti lei, Robyn e il loro padre, registrò ben 17 album gospel. Durante una performance dal vivo con la famiglia, Crystal fu notata da un cantautore, Bobby Gentry. Gentry chiese a Crystal e Robyn, che avevano rispettivamente 14 e 16 anni all’epoca, di unirsi allo show di Las Vegas. Crystal studiò recitazione allo Huston Alley theatre e, a 16 anni, si iscrisse alla Baylor University: lì studiò arte drammatica e relazioni internazionali. Trascorse un’estate come studente a Londra e Parigi. In seguito decise di tentare la fortuna a Hollywood. Fu notata immediatamente dopo aver preso parte ad uno spot della Pepsi. Il suo primo film fu nel 1982 una commedia diretta da Garry Marshall.





Nello stesso anno entrò nel cast della decima serie di "Happy Days": quel ruolo attirò su di lei le attenzioni dei produttori di "It’s a living". E così Crystal Bernard fu la protagonista anche di quella serie, e lo fu per ben 5 anni, ovvero per tutta la sua durata. Nel 1990 terminò la sua lunga gavetta con il ruolo di Helen Chappel nella serie di successo della NBC "Wings". Le numerose apparizioni di Crystal Bernard contano serie di successo come "The love boat", "Gimme a break", "My two dads", "A matter of trust", "A face to kill for", "To love: honor and betray". C.Bernard è apparsa anche in famosi film come il già citato "Young doctors in love", "Slumber party massacre 2" e "Gideon". Oltre alla recitazione, Crystal è anche una apprezzata cantautrice. Le sue canzoni sono state riprese da grandi artisti come Paula Abdul, Lisa Stansfield, Debbie e Angie Winans. La sua carriera era limitata principalmente alle registrazioni demo che registrava nel suo studio di casa da oltre dieci anni. Peter Cetera, dopo aver ascoltato una di queste incisioni, la invitò a realizzare un duetto intitolato "Forever tonight" che entrò nella top ten nel 1995. I produttori della compagnia discografica di Peter furono ben impressionati dalla voce di Crystal e le offrirono di incidere un album come solista. E così il primo album da solista di Crystal Bernard si intitola "The girl next door", dal quale furono estratti i 3 singoli "Have we forgotten what love is", "State of mind" e "You’re gonna miss a whole lotta love". Il secondo album di C.Bernard è più maturo e si intitola "Don’t touch me there". La carriera di Crystal include anche una produzione e una regia. Lei produsse e diresse il video di "Forever tonight", e ora ha fondato una compagnia di produzione video che si chiama "August first productions", in comproprietà con il suo amico Steven Monroe. Questa società produsse i video di "State of mind" e " Have we forgotten what love is", oltre che aver prodotto i clip per altri artisti come Billy Dean, Ronna Reeves, Steve Azar.  
 


L’attore che da vita al maestro di arti marziali di Karate Kid è il nostro Pat Morita, e ne abbiamo già parlato in più occasioni. Ma, nel cinema, sappiamo che gli attori vengono spesso sostituiti dalle loro controfigure per le scene più pericolose, o comunque in quei frangenti nei quali colui che "recita" non ha una vera competenza "tecnica", e occorre la presenza di un vero specialista.Shihan Demura è l’istruttore più insigne della Federazione giapponese di Karate Itosu-Kai in America. Oltre ad insegnare karate, Mr. Demura è lo stuntman di Pat Morita nei film della serie Karate Kid così come nella serie televisiva O’Hara. Le sue apparizioni al cinema includono L’isola del Dr. Moreau, Bring ’em back alive, e più di recente in Rising sun e Mortal Kombat. Questi sono solo alcuni dei numerosi film in cui Demura ha recitato. Per molti anni si è messo in evidenza al Japanese village in Buena park e a Las Vegas. E’ stato più volte al centro di articoli nelle riviste specializzate nel settore delle arti marziali (Dragon Times, Fighting Arts International, Blackbelt magazine).

Nei primi mesi del ’99 è apparso assieme ad alcuni membri della sua scuola Itosu-Kai nello speciale televisivo "Arti Mraziali" della Arts & Entertainment in U.S.A.Tutti gli istruttori di arti marziali vengono scelti in modo molto attento e rigoroso. Per prima cosa in base alla loro abilità e tecnica nella disciplina marziale, poi per la loro dedizione e bravura nell’insegnamento. Per una settimana intera vengono sottoposti ad esami duri e selettivi sotto l’occhio attento di un gruppo di esperti maestri "anziani". E’ una lunga e consolidata tradizione che dura da molto tempo. e che ha contribuito a costruirne il prestigio.






   

Ron Howard: il ritorno nella terra della Tv  

Per essere un giorno sul set di una commedia di Ron Howard, Ellen DeGenes di sicuro piange troppo. In "Ed Tv"(il film di Ron Howard in uscita nel 1999), la storia di un documentario televisivo in cui le telecamere alterano le vite che in teoria dovrebbero semplicemente osservare (pensate a Truman show senza l’inganno), la DeGenes interpreta Cyntia Topping, una popolare produttrice televisiva che sta lavorando al nuovo progetto The Real World, trasmettendo la vita privata delle persone. Il personaggio di DeGenes scoppia in lacrime quando vede la trasmissione in cui Ed(interpretato da Matthew McConaughey), vincitore di un programma di casting della rete, si trova radiato dalla propria famiglia a causa dell’intrusione delle telecamere nella sua vita. DeGenes esclama: "Siamo finiti? Come posso essere ancora felice?" (..)Le somiglianze con il film "The Truman Show" sono tante. Gli scrittori stavano a metà del lavoro quando sono stati informati della uscita del film con Jim Carrey.






Ma il produttore Brian Gazer incoraggiò il regista ad andare avanti. "Penso che Truman show sia profondo. Ma la nostra è una commedia, è molto simile a Parenti, amici e molti guai". Ron Howard, reduce da Ransom e da Apollo 13, dice di aver dimenticato come si fa a ridere negli ultimi giorni. "Quando mi hanno descritto Truman show, io dissi che era a 180 gradi dal nostro film; Ed Tv parla di una persona che vuole essere osservata. Cosa succede se provi a cercare 15 minuti di successo?"  
 

Il Cinema secondo Ron Howard

Gli ultimi film di Ron Howard sono stati tutti un successo, uno dopo l’altro, arrivando in alto nelle classifiche degli incassi, guadagnandosi anche meritati consensi della critica ufficiale. Non capita spesso che un film riesca a mettere insieme il favore dei critici e riempia le sale allo stesso tempo: per intenderci capita a Spielberg, Kubrick e a pochi altri.Di fatto, e giustamente quindi, il nostro Howard è considerato uno dei migliori registi americani della nuova generazione. Ron è quello che possiamo definire un classico moderno. Non è un controsenso letterale, ma questa definizione semplicemente racchiude quelle che sono a tutti gli effetti le caratteristiche, lo stile e le tematiche del suo modo di fare cinema. Vediamo meglio e nel dettaglio. Da una parte egli è l’erede della concezione "classica" hollywoodiana del cinema: i suoi film sono tutti incentrati su alcune tematiche ricorrenti di origine prettamente classica, quali lo spettacolo, l’avventura, i buoni sentimenti, le vicende umane e i grandi ideali. Le caratteristiche che si ritrovano quindi nelle pellicole sono la spettacolarità, l’azione, i momenti romantici e l’eroismo. Si può notare quindi come, nella sua ultima regia (Apollo13), la storia di una catastrofe viene trasformata in una vittoria della volontà e dell’organizzazione, e ciò che avvince sin dal primo minuto è la spettacolarità degli eventi che si susseguono sullo schermo. Anche in Cuori Ribelli al centro della trama c’è la ribellione eroica di un umile contadino che, costretto a sopportare i soprusi del padrone del fondo da lui coltivato, decide di emigrare. Le vicende sociali del protagonista quasi "necessariamente" si intrecciano a quelle sentimentali: infatti durante il viaggio le circostanze vogliono che lui incontri quella che sarà la donna della sua vita.Facendo un salto indietro nel tempo di circa 15 anni, troviamo Howard impegnato in Splash. In questa commedia il giovane regista mescola abilmente l’elemento fantastico e quello sentimentale: la sirena Madison fa innamorare e si innamorerà a sua volta dell’uomo che la ha accolta in casa. E ancora in Willow nel 1988 si ritrova l’elemento fantastico e quello eroico, ma qui le sfumature finiscono nel genere fantasy, senza dimenticare però i buoni sentimenti e l’azione. Con Parenti, amici e tanti guai del 1989, Ron tenta la via della commedia "corale", con un grande cast a dar vita alle vicende di una tipica famiglia degli anni’80.






In questo film vengono messe da parte le avventure fantastiche, i folletti e le sirene, e lo schermo viene occupato dai rapporti umani, che dominano e riescono a far sorridere, sebbene qua e là la risata nasca accompagnata da una nota di amarezza.Nella sfera della classicità rientra un altro aspetto importante del suo modo di fare cinema.La carriera di Ron Howard come regista ha attraversato molti generi cinematografici differenti tra loro: la commedia, il la commedia fantastica, il drammatico, il giallo. In tutte queste esperienze il nostro regista si è distinto per aver saputo portare avanti il mito americano, nella forma già espressa dal cinema classico. E la sua modernità sta nel fatto che interpreta le aspettative e le esigenze dei nostri giorni cercando di portare fuori tutto quanto sia "classico". Si vede quindi che non rifugge dal rischio che si può correre utilizzando gli effetti speciali e l’alta tecnologia (ancora in Apollo13), quello ovvero di farsi scappare la regia, puntando tutto sulla scena ad effetto che incanta lo spettatore ma lo lascia vuoto di contenuti. In Fuoco Assassino del 1995 la scena è spesso occupata dalle fiamme ardenti ma, senza le vicende personali dei due fratelli Mc Caffrey che si intrecciano alle attività della squadra 17 dei pompieri di Los Angeles, le fiamme non bruciano.     
 



La star di Happy Days in visita Henry Winkler, che ha recitato nel ruolo di Fonzie nello show televisivo Happy Days, ha visitato la città di Lowell nel mese di Giugno del 1976 durante la quale ha preso parte ad una conferenza giornalistica con i rappresentanti della scuola superiore di giornalismo. Nel quotidiano "The Lowell" del 2 Giugno del 1976 è apparso il seguente articolo che racconta di questa vicenda.  Centinaia di persone si erano accalcate attorno a quella piccola figura televisiva, appena riconoscibile, accompagnandolo dalle mura della città fino alla stanza della conferenza stampa.

Non appena si fu liberato dalla calca, i reporter della scuola non incontrarono Fonzie di Happy Days. Invece si trovarono di fronte ad Henry Winkler, così come è, e non nel ruolo del macho. Le persone pensano a Winkler e a Fonzie come ad una sola persona? "Io non fermerei mai una donna usando un’espressione come "Whoa", come se stessi fermando un cavallo. Fonzie è la mia fantasia, non è ciò che sono realmente".Ora, che è successo alla vita sociale di Winkler? "Il successo ne ha tagliato via un po’. Finché vado ad un appuntamento o sono con amici, sono in un piccolo gruppo ristretto. Ma se vado fuori, è come se invitassi le persone ad avvicinarsi e dirti ciao".






   



L’alba di due miti americani
Non vi è ombra di dubbio sul fatto che Silvester Stallone sia un mito del cinema americano moderno, infatti ha prestato volto (e cuore) a due protagonisti indiscussi del grande schermo in questi ultimi anni - parliamo di Rocky e Rambo. Le origini cinematografiche di Sly sono legate in modo indissolubile ad un altro mito americano, questa volta però di natura televisiva: il personaggio di Fonzie, "the Fonz".Tutto ebbe inizio nel lontano 1973. Era appena uscito nelle sale "American Graffiti" di George Lucas, uno di quei film con la "effe" maiuscola: questo lungometraggio, parlando di un gruppo di giovani, i loro sogni e degli anni ’50, è diventato presto un cult per migliaia di persone. In quello stesso anno vide la luce anche un altro film che aveva al centro della trama una compagnia di ragazzi e il mondo giovanile, è "The Lords of Flatbush" diretto da Stephen F.Verona. I protagonisti sono Chico, Stanchy, interpretato da Silvester Stallone, e Fonzie, interpretato proprio da Henry Winkler; attorno a questo gruppetto ruotano gli amici di classe, le ragazze e "la banda dei fiori di pesco".






La trama narra delle avventure, gli scherzi e le bravate di questi ragazzi giunti all’ultimo anno delle superiori, ma decisi a divertirsi ancora prima di affrontare gli impegni della vita che li aspettano dietro all’angolo.
Per diversi motivi il film non ebbe il successo di quello di George Lucas, probabilmente passò inosservato agli occhi di molti, attirando anche le recensioni negative dei critici, ma risulta comunque particolarmente importante per alcuni motivi. Innanzitutto si segnala perché propone il primo vero ruolo da protagonista di Silvester Stallone.Sly debuttò nel 1971 in una piccola parte nel film "Banans" di Woody Allen, ma ottenne la prima vera parte di rilievo solamente nel ’73 nel lungometraggio di Verona (a cui poi seguirono "Rebel" di Robert Schnitzler nello stesso anno, e "Rocky" nel 1976).Un altro motivo di interesse per il film riguarda più da vicino tutti fans di Happy Days, perché propone per la prima volta, in anticipo di ben un anno rispetto alle riprese televisive, il personaggio di Fonzie. Il look di Mr. Duro è già quello che poi troveremo nella serie, ovvero il giubbotto di pelle nera, jeans, maglietta e stivali. Insomma aveva già quel marchio di garanzia che poi gli garantì tanto successo. In Italia questo film arrivò tardi e la sua distribuzione fu segnata in modo indelebile dall’influenza dell’enorme successo ottenuto prima da "American Graffiti" al cinema, e poi da "Happy Days" in televisione. Non a caso il titolo con cui "The Lords of Flatbush" fu proposto nelle sale cinematografiche è stato "Brooklyn Graffiti", mentre in vhs (e poi in televisione) fu trasmesso con il titolo "Happy Days, la banda dei fiori di pesco". Sono quindi espliciti i riferimenti a quei "prodotti" (cinematografici e televisvi) che già avevano richiamato tantissimi spettatori.Il film è molto semplice, non ha grandi pretese, né le avevano probabilmente i produttori quando lo pensarono, ma conserva (e trasmette) la giusta spensieratezza per trascorrere un serata rilassante e in allegria. Rimane comunque una curiosità: chissà se Silvester Stallone ha mai seguito Happy Days in televisione