LE NOTIZIE DI HAPPY DAYS ITALIA

Quarant’anni fa l'inizio di Happy Days   (15/01/1974 - 15/01/2014)

15 gennaio 1974 l’americana ABC mandò in onda la prima puntata



Erano i tempi della brillantina e del juke-box, così vividi e leggiadri in Happy Days. Il 15 gennaio 1974 faceva il suo esordio sulla rete televisiva ABC la serie tv americana destinata a entrare nell'immaginario e nei dolci ricordi di generazioni di tutto il mondo. Era l'appuntamento degli adolescenti italiani, ma anche una lieta visione per gli adulti, un momento imperdibile di spensierata condivisione in cui tutta la famiglia si radunava davanti al piccolo schermo.  I Cunningham, gli amici stralunati di Richie e quel rubacuori di Fonzie erano le facce pulite dei miti di allora.    Volutamente retrò, ideata da Garry Marshall, Happy Days narrava le vicende di una famiglia borghese di Milwaukee degli anni '50-'60, guardando ai decenni felici della storia americana post bellica, in maniera idealizzata.  In Italia Rai 1 cominciò a trasmetterla nella stagione '77-'78 con successo enorme per almeno una decina d'anni: il giubbotto di pelle scura di quel vanesio di Fonzie era diventato oggetto dei desideri e il suo gesto di alzare il pollice esclamando "Ehi!" una sorta di rituale. Faceva il meccanico e si sentiva irresistibile. Erano storie leggere che portavano nelle stanzette dei ragazzi scenari e ambienti lontani e diversi: il fast food, ad esempio, o meglio il family restaurant (da noi si può dire che fatti così non sono ancora mai arrivati). Il capofamiglia Howard Cunningham era proprietario di un negozio di ferramenta; era un po' brontolone ma di simpatia irresistibile, interpretato da Tom Bosley, morto nel 2010 a 83 anni.  La mamma Marion (Marion Ross), con i capelli rigorosamente cotonati, era ovviamente una casalinga sempre intenta a infornare, e poi c'erano i due figli, il maggiore Richie e la minore Joanie Louise (Erin Moran), la famosa "Sottiletta", così chiamata da Fonzie perché troppo magra. E poi c'era il gruppetto di compagni di Richie, Ralph Malph (Donny Most) e Potsie (Anson Williams), e pure Chachi (Scott Bajo), che frequentavano ogni giorno Arnold's con annessi hamburger, patatine e coca cola. C'erano i primi amori, storie semplici e gonne a ruota. 
   


E così Il 15 gennaio 2014 Happy Days festeggia i suoi primi 40 anni: era infatti il 15 gennaio 1974 quando l’americana ABC mandò in onda la prima puntata della fortunata serie tv ambientata a Milwaukee, nel Wisconsin, a cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta e incentrata sulle vicende della famiglia Cunningham, anche se in realtà il vero protagonista della storia è sempre stato quell’Arthur Fonzarelli, detto Fonzie, che con il suo giubbotto di pelle nera e la Harley d’ordinanza è diventato il simbolo di una generazione cresciuta con il mito di James Dean. Fonzie è un mito, non c’è alcun dubbio che sia lui il personaggio n°1 della serie. Fonzie ha fascino, ha un talento naturale, è unico nella sua capacità di risolvere ogni situazione, da quelle più difficili a quelle imbarazzanti. Interviene sempre quando gli amici sono nei guai, e lo fa con una puntualità degna della fama degli orologi svizzeri: accorre per difenderli, lui c’è sempre quando qualcuno ha bisogno di aiuto. Appare al momento giusto, proprio prima che succeda il peggio…esattamente come succede per tutti i super eroi dei fumetti, quei personaggi che hanno la vocazione di proteggere i cittadini da ogni pericolo e salvare la città dalle catastrofi. Ma possiamo pensare a Fonzie come ad un super eroe?! Se i super eroi hanno poteri speciali, Fonzie dal canto suo possiede un tocco "magico" che gli consente di accendere il juke-box con un solo colpo, selezionando il brano desiderato con il solo pensiero e non con le monete come fanno i pivelli. E ancora il suo magico schiocco delle dita è un richiamo per le sue ammiratrici, le quali accorrono al suo fianco per un nuovo ballo, per un nuovo appuntamento, per un suo bacio. Fonzie non è però un super eroe classico, non vola, non alza le montagne con un braccio, non ha la vista a raggi X. Arthur è il n°1 con i motori, nessuno meglio di lui riesce a mettere le mani nei motori. Persino con la De Soto della famiglia Cunningham riesce a fare miracoli nella puntata "Sfida automobilistica". Fonzie è il sogno maschile di migliaia di donne. Con il gentil sesso Arthur ha un successo senza pari. In questo campo, il suo "super potere" non ha origine chimiche, non ci sono esplosioni atomiche che abbiano reso Arthur così come è, non ci sono forze cosmiche che lo alimentano. E’ tutto merito del sangue Fonzarelli. Fonzie ha il fascino.
   

RON HOWARD REGISTA DA OSCAR - E come Winkler ha saputo sfruttare la popolarità di Fonzie senza tuttavia farsene fagocitare (ha recitato in film e serie tv e prodotto diversi telefilm di successo e dal 2003 scrive libri per ragazzi che hanno come protagonista un bimbo di 9 anni affetto da dislessia, malattia di cui ha sofferto lo stesso attore), lo stesso dicasi per l’amico Ron Howard che, una volta salutato Richie Cunningham (salvo riportarlo in scena nel 2008 nel corto realizzato a sostegno delle presidenziali per Barak Obama), è passato dall’altra parte della macchina da presa, diventando uno dei registi più potenti ed acclamati di Hollywood (qualche titolo per gradire: Splash, Apollo 13, il Codice da Vinci e Beautiful Mind, con cui vinse l’Oscar nel 2002).