Suzi Quatro nasce da
genitori cattolici, Art Quattrocchio
(originario di Sulmona) ed Helén Szaniszlay,
ungherese; è la penultima di tre sorelle e
un fratello. La sua carriera inizia all'età
di quattordici anni militando nei gruppi
Pleasure Seekers e Cradle. Nel 1971 si trasferisce nel Regno Unito, chiamata dal produttore Mickie Most. La sua prima canzone, Rolling Stone, non ha molto successo eccetto in Portogallo dove arriva prima in classifica, ma il suo secondo singolo, Can the Can, raggiunge la prima posizione in tutte le classifiche europee e australiane. Seguono poco dopo altri tre grandi successi: 48 Crash, Daytona Demon e Devil Gate Drive Non ottiene gli stessi risultati negli Stati Uniti, nonostante i tour di metà anni settanta siano sostenuti da Alice Cooper. La sua popolarità comincia a declinare nel 1975 in tutti i paesi a eccezione dell'Australia. |
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Nel 1978 la sua canzone If You Can't Give Me
Love raggiunge i primi posti nelle
classifiche britanniche e australiane e
Stumblin' In, un duetto registrato lo stesso
anno con Chris Norman, arriva al quarto
posto negli Stati Uniti. Entrambe le canzoni appaiono nell'album If You Knew Suzi. Nel 1985 Suzi Quatro collabora con Bronski Beat e con i membri del gruppo The Kinks, Eddie & the Hot Rods e Dr. Feelgood per una versione del classico Heroes di David Bowie prodotta da Mark Cunningham e realizzata nel 1986 per il documentario Children in Need della BBC. Suzi Quatro ha venduto oltre 45 milioni di dischi. Suzi Quatro ha intrapreso una parallela attività di attrice partecipando ad alcune serie televisive: appare in sette episodi del telefilm Happy Days, dove interpreta il personaggio di Leather Tuscadero, e in un episodio de L'ispettore Barnaby (Concerto per un assassino). |
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Divenne una star internazionale e vendette
milioni di dischi in tutto il mondo,
affascinante ragazza da poster vestita di
pelle, star del rock’n’roll che fa tendenza,
con un ruolo ricorrente in una delle serie
top della storia della televisione (“Happy
Days”), ma in tutto questo Suzi Quatro
nascondeva un segreto insopportabile: un
aborto da adolescente che le ha causato così
tanto dolore che anche
adesso dice ancora: “non penso che
potrò mai superarlo.” Leather TuscaderoRicordata forse soprattutto per aver interpretato Leather Tuscadero, la cantante della band di Joanie Cunningham nella serie TV Happy Days, la Quatro ha ancora difficoltà ad affrontare il suo dramma della vita reale. Nata in una famiglia cattolica a Detroit nel 1950, la Quatro lasciò la sua casa italiana e ungherese all’età di 14 anni per fare un tour con un gruppo rock che aveva formato con le sorelle, The Pleasure Seekers (“Le cercatrici di piacere”). Il giorno del suo 18° compleanno ebbe una relazione con un uomo sposato, un rappresentante “Artists & Repertoire” della Mercury Records, e rimase incinta. Disperata e “assolutamente pietrificata”, abortì. |
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“Mi sarebbe piaciuto avere quel bambino”,
dice ora, “non passa anno in cui non ci
pensi: come sarebbe quel bambino, quanti
anni avrebbe”. Il dolore e il senso di colpa
la colpiscono a livello spirituale, oltre
che emotivo. “Quando arriverò ai cancelli del Cielo, spero, questo è il peccato che pagherò. Me ne dispiace tanto”, ha detto. “Anni dopo, torna ancora a tormentarmi, e non penso che potrò mai superarlo." Anche sua madre portò il rammarico di perdere un nipote. Mentre stava morendo di cancro allo stomaco nel 1991 - ha ricordato la Quatro - la madre le disse che “aveva sempre segretamente saputo dell’aborto. ” Sua madre le disse che “il suo più grande rammarico fu lasciarla andarsene di casa a una così giovane età.” Sebbene Suzi abbia continuato ad avere una carriera di successo e due figli, un ragazzo e una ragazza, la trafittura causata dalla sua decisione non l’ha mai lasciata. La Quatro ha venduto 50 milioni di dischi in tutto il mondo, e nel 1978 ha raggiunto il quarto posto della classifica Top 40 con “Stumblin’ In”, un duetto con Chris Norman, il cantante della band britannica Smokie. |
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La sua musica ha trovato in Europa un
pubblico più ricettivo. Suzi con il primo
marito Len Tuckey e la loro prima figlia
LauraDopo tre anni di presenze regolari a
Happy Days, nel 1980 il creatore della serie
Garry Marshall offrì alla Quatro una sua
propria serie spin-off, ma lei rifiutò. “Era abbastanza. Era ora di voltare pagina” ha detto. Nel corso degli anni, ha eccelso in altri ambiti, compreso il palcoscenico di Londra e la sitcom britannica “Absolutely Fabulous”. Anche The American ospitò il suo programma radiofonico della BBC. Ha avuto due figli con il suo primo marito, Len Tuckey, chitarrista della sua band. Laura ora ha 30 anni, e Richard 28. Definisce il divorzio dal loro padre il secondo maggiore trauma della sua vita. “Fu una decisione terribile” ha detto in una recente intervista. “Non dimenticherò mai il giorno in cui lo dicemmo ai bambini. Il ricordo mi fa ancora venire la pelle d’oca.” Ora è nonna di una ragazza di 12 anni ed è felicemente sposata da 20 anni a Rainer Hass, un organizzatore di concerti tedesco. |
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Anche la sua famiglia allargata ha
sperimentato il successo nel mondo dello
spettacolo. Sua nipote (figlia della
sorella), l’attrice Sherilyn Fenn, lavora
nel mondo del cinema e in televisione da
quasi 30 anni. Suzi Quatro oggiLa
cantante/cantautrice, che ora risiede a
Londra, ha condiviso la propria storia con
Shona Sibary del Daily Mail, esprimendo ciò
che la giornalista ha scritto essere un
“dolore quasi insopportabile”. La sua storia riecheggia quelle di tante altre donne che acconsentono, o sono spinte, ad abortire, indipendentemente dall’età o dalle circostanze. A febbraio la CNN ha chiesto alle donne di condividere le storie dei loro aborti. La stragrande maggioranza ha espresso tristezza e senso di perdita. Una donna che si è descritta come “totalmente e completamente Pro-Choice” ha detto che aveva abortito tre anni prima di avere il primo dei suoi due figli. “Penso a come, a cosa sarebbe potuto essere il bambino spesso, soprattutto per il giorno dell’anniversario” ha scritto. “Poi, nel 2001, la nostra figlia fu improvvisamente uccisa. Non ho potuto fare a meno di chiedermi se questo fosse il modo con il quale Dio stesse punendo me/noi”. In Italia, molte donne ferite dall’aborto hanno trovato accoglienza, sostegno e guarigione emotiva attraverso servizi come l’associazione il Dono o la Vigna di Rachele. |
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A lato una immagine recente dell'artista | |||