GARRY
MARSHALL
Produttore esecutivo di Happy Days
Garry Kent Marshall "Garry Marsciarelli" nato a
New York il 13 novembre 1934,
era un regista, attore,
autore e produttore cinematografico statunitense di
origini italiane.
Figlio di Anthony Wallace
Marsciarelli e Marjorie Irene Ward, e fratello della
regista Penny Marshall. Inizia la sua carriera come
autore telesiviso per molti show televisivi
statunitensi ed è il cretore di serie tv come Happy
Days, Laverne & Shirley e Mork & Mindy. Lo abbiamo
più volte sottolineato nelle recensioni soprattutto
dei suoi ultimi film. Garry Marshall sembra essere
un cineasta così magnificamente e consapevolmente
superato che resta tra i pochissimi residui di una
Hollywood classica e nostalgica. E’ uno di quei
produttori/cineasti alla Stanley Kramer, robusti e
invisibili, esecutori minuziosi di uno script ma
all’improvviso anche sognatori.
Come
se dentro la ferra sceneggiatura ci fosse qualcosa
che all’improvviso va da qualche parte.
Ed è soprattutto un grande regista di
attrici. Non il “regista delle donne” alla George
Cukor, ma poco ci manca.
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Da lui sono
passate più generazioni del cinema
statunitense. Per questo sembra arrivare
come un jumbo dalla Hollywood anni ’30 e
’40: Julia Roberts (con cui ha girato
quattro film, dallo strepitoso Pretty Woman
a Se scappi, ti sposo, da Appuntamento con
l’amore fino all’ultimo Mother’s Day),
Goldie Hawn, Michelle Pfeiffer, Jennifer
Aniston, Kate Hudson, Helen Mirren ,Diane
Keaton Bette Midler, Barbara Hersey, Jessica
Alba, Jessica Biel, Jennifer Garner, Shirley
MacLaine, Julie Andrews, Jane Fonda, Halle
Berry, Abigail Breslin, Hilary Swank, Sarah
Jessica Parker, Carla Gugino, Sean Young,
Marisa Tomei, Kathy Bates, Eva Marie Saint,
Juliette Lewis, Joan Cusack, Felicity
Huffman, Mandy Moore e Lindsay Lohan. Ed è
stato lui che ha lanciato Anne Hathaway con
Pretty Princess, dirigendola poi nuovamente
in Principe azzurro cercasi e Appuntamento
con l’amore.
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Ma attraverso il suo cinema sono passati
anche i migliori attori statunitensi: Al
Pacino, Richard Gere, Robert De Niro, Tom
Hanks, Kurt Russell, Bradley Cooper, Jamie
Foxx, Greg Kinnear, Zac Efron, Matt Damon,
Topher Grace, Giovanni Ribisi, Dermot
Mulroney, Jason Sudeikis, Timothy Olyphant,
Garrett Hedlund e Ashton Kutcher. Ma c’è
soprattutto un corpo che attraversa tutto il
suo cinema ed è quello di Hector Elizondo.
Figura apparentemente secondaria ma
decisiva, una sorta di Herbert Marshall
redivivo. Forse il regista nascosto, forse
il burattinaio. Dal direttore d’albergo di
Pretty Woman all’agente di Julia Roberts
nell’ultimo Mother’s Day sembra essere lui
che muove i personaggi di nascosto. Oppure
le azioni più importanti del film, il
mutamento dei rapporti tra due personaggi
devono per forza passare da lui.
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Figlio di un produttore cinematografico di
origini italiane e un’insegnante di danza e
fratello della regista Penny, è nato a New
York il 13 ottobre 1934. Attivo già
all’inizio degli anni ’60, è il creatore di
popolari serie tv come Happy Days e Mork &
Mindy. Produttore soprattutto televisivo,
tenta inizialmente anche la carriera di
attore. Non risulta accreditato in
Goldfinger (1964) e ha un piccolo ruolo in
Psych-Out (1968) di Richard Rush con Jack
Nicholson. Ma la passione di essere davanti
la macchina da presa non gli è mai passata
tanto che si ritaglia dei piccoli ruoli
anche nei suoi film da lui stesso diretti.
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Esordisce come regista con la farsa ospedaliera
L’ospedale più pazzo del mondo (1982) ma il suo
amore verso le luci di New York e la nostalgia del
passato emergono nel successivo Flamingo Kid (1984)
che vede protagonista Matt Dillon nei panni di un
figlio di un idraulico che si fa attirare dalla
bella vita della spiaggia del Flamingo Club. Diretto
a 50 anni, il suo sguardo trasparente invece ha il
piglio e l’entusiasmo di un’esordiente e con questo
film ha saputo guardare in modo personale a quella
generazione dei ‘rivelli senza causa’ che ha segnato
una parte del cinema statunitense d’inizio anni ’80.
Mescola la commedia al melodramma che poi è uno dei
segni riconoscibili del suo cinema. Dall’immagine
del padre di Tom Hanks sofferente di diabete e senza
lavoro di Niente in comune (1986) al modo in cui
viene filmata la malattia in Spiagge (1988), il suo
cinema sa come ritagliare ‘classicamente le scene
madri’ senza mai essere opprimenti. Una specie di
Delmer Daves spogliato dalla grandiosa esasperazione
del mélo, in un cinema che si surriscalda, come
nell’ultimo Mother’s Day, come per accumulo.
Rivisita le forme di una post-screwball-comedy in
Una coppia alla deriva (1987) con una guerra tra
sessi accesissima tra Goldie Hawn e Kurrt Russell,
lei ricchissima e insopportabile ma colpita
d’amnesia e lui falegname con figli al seguito.
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Il grande successo arriva con Pretty
Woman (1990). La coppia Richard Gere-Julia
Roberts diventano le icone di una nuova
commedia romantica, dove Cenerentola
incontra My Fair Lady, piena di bagliori, di
sogni, di improvvise cadute, quasi labirinti
sentimentali con personaggi sospesi nello
spazio che si moltiplicheranno anche nella
commedia matrimoniale Se scappi, ti sposo
(1999), forse il remake mai dichiarato,
forse le mutazione degli stessi due
personaggi un un’altra vita. E si
moltiplicheranno come zombie tra Los Angeles
e New York in Appuntamento con l’amore
(2010) e Capodanno a New York (2011), in un
gioco di destini incrociati, dove i
personaggi si abbracciano, si lasciano, si
ritrovano, si seguono. In quelle magiche
luccicanze della metropoli che arrivano
proprio da Pretty Woman, con l’uomo
d’affari, la prostituta e le strade di
Hollywood che diventano le figure e i luoghi
del suo cinema, che spesso si riciclano con
piccole variazioni. |
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Dove il caso e il destino, in quei due film,
hanno una precisione geometrica nel modo in
cui sono filmati ma al tempo stesso hanno
anche l’imprevedibilità della vita vera.
Pretty Woman è un successo planetario.
Costato 14 milioni di dollari, ne incassa
quasi 180. E che è capace di mescolare David
Bowie con Vivaldi, Prince con Giuseppe
Verdi, fino a una delle scene più
emozionanti di tutta la commedia
sentimentale degli ultimi 40 anni, il
ritorno a casa di Julia Roberts con la
macchina di lusso dell’albergo sulle note
laceranti di It Must Have Been Love dei
Roxette. |
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Pretty Woman è la folgorazione. Il
successivo Paura d’amare è forse il suo
capolavoro. La tormentata storia tra Frankie
e Johnny, lui cuoco appena uscito di
prigione e lei cameriera sola e disillusa,
ha un realismo contagioso, un’immediatezza
impressionante. Pur in un film molto
dialogato, tra Al Pacino e Michelle Pfeiffer
prevalgono gli sguardi cercati, i tentativi
goffi e anche istintivamente slanciati di un
contatto fisico. I due attori, che avevano
già recitato insieme in Scarface (1983) di
Brian De Palma, sembrano essere
continuamente sulla corda, dentro e fuori il
Metodo, con il finale dove il Clair de lune
di Debussy mostra ancora come Marshall sia
tra i cineasti statunitensi che sanno creare
meglio l’impatto tra le immagini e la
musica. Dopo due film inediti in Italia,
Exit to Eden (1994) e la commedia fantastica
Strani miracoli (1996), nel 1999 realizza Un
amore speciale e Se scappi, ti sposo.
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Nel primo, un melodramma sulla malattia,
riesce a creare una leggera e intensa storia
d’amore tra due ragazzi – interpretati da
Juliette Lewis e Giovanni Ribisi – affetti
da handicap mentale. Nel primo, un
melodramma sulla malattia, riesce a creare
una leggera e intensa storia d’amore tra due
ragazzi – interpretati da Juliette Lewis e
Giovanni Ribisi – affetti da handicap
mentale. Nell’altro ritrova Richard Gere e
Julia Roberts, rispettivamente nei panni di
un cronista in cerca di scoop e una ragazza
che non ce la fa a dire sì quando si trova
all’altare. In quest’ultima opera sembra
voler cercare di ricreare l’eterna
giovinezza, il tempo che si arresta e
riparte. Tra la commedia degli equivoci e
quella rosa. Poi con Pretty Princess (2001)
e, in misura minore, con il sequel Principe
azzurro cercasi (2004) realizza forse un
altro remake di Pretty Woman con Anne
Hathaway al posto di Julia Roberts. E anche
attraverso la figura di Julie Andrews che
sembra uscita da un libro di favole, riesce
ad essere forse l’unico regista capace di
far rivivere le atmosfere della fiaba negli
ambienti contemporanei, spogliati però dal
marchio Disney anni ’60. |
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Quello di Garry Marshall è un cinema pieno
di desideri, di ‘parole che non ti ho detto’
come dimostra il successivo, bellissimo,
Quando meno te lo aspetti (2004) con Kate
Hudson che vede che il suo lavoro in
un’agenzia per modelle sta per decollare ma
all’improvviso deve occuparsi dei figli
della sorella, morta in un incidente. La
scena della telefonata al ristorante è tra i
momenti più forti del suo cinema. L’arrivo
del dolore all’improvviso e i luoghi prima
illuminati che vengono offuscati dalle ombre
del lutto. Infine, con Georgia Rule del 2007
(mai uscito in Italia e trasmesso solo in tv
col titolo Donne, regole…e tanti guai) mette
a confronto tre generazioni incarnate da
Jane Fonda, Felicity Huffman e Lindsay Lohan
(con Radio America di Altman qui al miglior
ruolo della sua carriera) in cui gli accesi
scontri di caratteri sembrano scandire la
quotidianità del tempo che passa con la
stessa abbagliante aderenza realistica ma
anche con quello stile apparentemente
sommesso del migliore Robert Benton.
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Fino all’ultimo Mother’s Day (2016), dove ci
sono forse dei continui squarci di remake,
di un cinema fermamente ancorato a se
stesso. Come se non volesse lasciare una
nave in pericolo. Forse è per questo che
Garry Marshall è sempre stato uno dei nostri
autori, è entrato nella nostra politica e
ogni volta ci inghiotte dentro un mondo che
non vorremmo mai abbandonare. Perché il suo
cinema è uno dei nostri punti fermi. Tra le
nostre (poche) sicurezze. |
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Dal 1982 diventa regista dirigendo
L'ospedale più pazzo del mondo, seguito da
Flamingo Kid con Matt Dillon. Nel 1987
dirige Kurt Russell e Goldie Hawn in Una
coppia alla deriva, l'anno successivo dirige
Spiagge con Bette Midler. Nel 1990 dirige
Julia Roberts e Richard Gere una
fortunatissima commedia Pretty Woman, a cui
seguono film come: Paura d'amare con Al
Pacino e Michelle Pfeiffer, Un amore
speciale, Se scappi ti sposo, Pretty
Princess, Principe azzurro cercasi, Quando
meno te lo aspetti fino a Georgia Rule con
Felicity Huffman e Lindsay Lohan. Garry
Marshall è conosciuto per la sua ossessione
per la pallacanestro. Per contratto ha
spesso obbligato gli studi a fornire uno
spazio per la pallacanestro durante le
riprese dei suoi films. Inoltre è famoso per
gli album fotografici che realizza durante
le riprese dei suoi films. Laureato dalla
High School di DeWitt Clinton a New York nel
1952
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ADDIO Garry Marshall ideatore e produttore
esecutivo di Happy Days.
Los Angeles 20 Luglio 2016.
È morto Garry Marshall, regista di
'Pretty Woman'. Ideò serie cult come 'Happy
Days' e 'Mork e Mindy'aveva 81 anni. Attivo
fino alla fine, il suo ultimo film 'Mother's
day' con Jennifer Aniston, Julia Roberts e
Kate Hudson è ancora nelle sale......
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