1954. Il generale Dwight Eisenhower
è presidente degli Stati uniti. Dieci anni
prima i suoi uomini sono entrati nella
leggenda con lo sbarco in Normandia.
L’america è ormai considerata da molti il
simbolo della libertà e della felicità
ritrovate; ma è anche l’epoca della guerra
fredda, della minaccia permanente di un
conflitto nucleare con l’Unione Sovietica.
La fobia del comunismo scatena la caccia
alle streghe, orchestrata dal senatore
McCarthy. Le prime vittime sono gli intellettuali: scrittori, giornalisti, personaggi dello spettacolo. Il clima pesante però, non impedisce che tra New York e San Francisco cominci a spirare una ventata di romanticismo. E’ il tempo dei beatnik, degli angeli della desolazione, dei girovaghi e dei ribelli, innamorati del jazz, della poesia e della strada. Si somigliano tutti: Jack Kerouac e Neal Cassady, James Dean e Marlon Brando, Jackson Pollock e Robert Frank. Girano in maglietta, jeans e giubbotto di pelle, con il passo dinoccolato, la curiosità sempre desta, il sorriso provocante. Sono fragili, indiavolati |
|||
Dietro la strada letteraria di Kerouac e
quella fotografica di Frank si profila un
paese in preda alla vacuità e
all’immobilismo, un paese che, senza
avvenire e senza speranza, non si aspetta
più nulla. La promessa della felicità,
garantita dal primo articolo della
Costituzione americana, si è tradotta in un
delirio consumistico e in un’esistenza
squallida e regolata, da cui sono bandite le
attività pericolose o immorali come il
ballo, le relazioni sessuali e le sgommate
in motocicletta. Così vive e prospera la società bianca, rassegnata, soddisfatta e diffidente nei confronti dei vicini; in particolare dei neri, che a cent’anni alla fine della guerra di Secessione non hanno ancora ottenuto il pieno esercizio dei diritti civili. Negli stati del sud persiste la segregazione nei locali pubblici e nelle scuole. |
|||
Anche il livello economico delle loro
comunità urbane e rurali è bassissimo se
confrontato con quello dei bianchi. Isolati
culturalmente, i neri hanno inventato
linguaggi propri, soprattutto in campo
musicale e creato meccanismi di
distribuzione indipendente: etichette
discografiche, circuiti di concerti, radio
locali. Ascoltando questa produzione, i giovani bianchi scoprono con sollievo una musica ben più viva e sferzante dei ritornelli melensi cantati dalle star del momento, con Bing Crosby e Frank Sinatra in prima fila. |
|||
Ma il ritmo, quello c’è tutto. E’ il termine
"Rock" si trova automaticamente accostato a
tutta una serie di titoli che, assicurando
la gloria del loro interprete diffonderanno
il messaggio nel mondo intero. Registrato
nell’aprile del 1954 è il pezzo più noto e
occupa un posto di spicco nella leggenda di
questa musica. La sua importanza verrà
pienamente alla luce solo con il film "Il
seme della violenza", di cui costituisce la
parte più interessante della colonna sonora
originale. Per Bill Haley e i suoi Comets inizia allora un’esistenza davvero curiosa. Questi tipi giovanili e grassottelli, questi Americani bonaccioni che si scatenano su ritmi neri, si vedono proiettati dall’oggi al domani nel ruolo di portavoce dell’adolescenza in rivolta. I loro concerti finiscono sempre in sommossa, i loro nomi compaiono sui giubbotti di pelle della gioventù inquieta di tutto il pianeta. |
|||
Rock Around The Clock One, two, three o' clock , four o' clock, rockFive, six, seven o' clock, eight o' clock, rockNine, ten, eleven o' clock, twelve o' clock, rock.We're gonna rock around the clock tonight.Put your glad rags on and join me, hon',We'll have some fun when the clock strikes one,We're gonna rock around the rock tonight,We're gonna rock, rock, rock, 'til broad day light,We're gonna rock, gonna rock around the clock tonight.When the clock strikes two, and three, and four,If the band slows down we'll yell for more,We're gonna rock around the clock tonight,We're gonna rock, rock, rock, 'til broad day light,We're gonna rock, gonna rock around the clock tonight.When the chimes ring five, and six, and seven,We'll be rockin' up in seventh heav'n,We're gonna rock around the clock tonight,We're gonna rock, rock, rock, 'til broad day light,We're gonna rock, gonna rock around the clock tonight. |
|||
Nel 1955 l’adolescente medio dispone di un
forte potere di acquisto, spesso
accompagnato da frenesia consumistica.
Poiché costituisce un nuovo mercato,
l’industria comincia ad assediarlo con
prodotti fatti per lui. Ecco il giubbotto,
il berretto a la T-shirt di Brando, la
Thunderbird e la Corvette dei seduttori di
Hollywood, i fumetti della Marvel, i film e
ovviamente i dischi. E’ appena comparso il
45 giri, mentre il giradischi portatile
Teppaz consente di impadronirsi di un
universo sonoro fin qui gestito dal
capofamiglia e dal grammofono troneggiante
nel salotto domestico."We live for Cars and
Girls", (viviamo per l’auto e per la
ragazza) canteranno negli anni settanta i
Dictators di Detroit, sacrificando alla
nostalgia di quell’epoca di spensieratezza e
di boom economico. Le canzoni diventano il mezzo di espressione, il riflesso degli stati d’animo dei teenager. Nei dischi si alternano i brani Rock, "veloci" e le "ballad", languidi slow adatti al contatto fisico, all’abbordaggio in sala. Ma, a poco a poco, i temi ereditati dal blues: solitudine, abbandono, sfortuna, disperazione (si veda Elvis presley di Heartbrerak Hotel) fanno posto a canzoni incoerenti, a giochi di parole ritmate (Gene Vincent, Be Bop a Lula). |
|||
Il "doo-wop" dei complessi
neri, forma sincopata del rhythm’n’blues, ne
fa grande uso fin dalla metà degli anni
quaranta. Centinaia di gruppi eredi di
formazioni vocali del tipo degli Ink Spots,
tenteranno di scalare la hit parade. I più noti restano i Coasters di Los Angeles (Yaketi Yak) i Drifters di New York, con il cantante solita Ben E. King (On Broadway), i Five satins di new Haven (In the Still of the Night), i Moonglows, i Penguins, i Cadillacs, gli Olimpics, i Flamingos e soprattutto i Platters di Detroit, con la loro favolosa serie di successi (Only You, The Great Pretender, Smoke Gets in Your Eyes). Compositori e autori scrivono espressamente per il mercato dei teenager. |
|||